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Full Monty - Squattrinati Organizzati - Recensione

01/04/2013 | Recensioni |
Full Monty - Squattrinati Organizzati - Recensione

Fare di necessità virtù. Mai come in periodo di crisi, questo proverbio calza a pennello, ma già nel 1997 il regista inglese Peter Cattaneo decise di prendere in mano l’argomento e farne uno dei film più divertenti della commedia britannica.
Un gruppo di uomini, capeggiati da Gaz (Robert Carlyle) e Dave (Mark Addy), licenziati da poco, decidono, per sbarcare il lunario e dimostrare alle proprie famiglie che possono ancora provvedere a loro, di organizzare uno show di spogliarello. Tra fisici mingherlini, goffaggine e peso in abbondanza, gli uomini sapranno ricrearsi una carriera all’insegna dell’ironia e del divertimento.
Sheffield è la nuova capitale industriale dell’Inghilterra dove si promette lavoro e carriera, ma nel giro di qualche anno, per moltissimi lavoratori, le cose cambiano e buona parte di loro si ritrova senza un lavoro. Purtroppo, nel periodo che la nostra Italia sta attraversando, la finzione di questa pellicola, diventa tragica realtà, offrendo però a chi si trova nella loro condizione una speranza, la possibilità che, anche con un infausto licenziamento i giochi, per queste persone, non siano finiti, tutt’altro.
L’inventiva, la capacità di mettersi in gioco e anche in ridicolo per dimostrare a se stessi di non essere inutili, per manifestare ai propri cari che loro sono ancora lontani dall’essere chiamati disoccupati,  sono un perfetto esempio dello spirito d’adattamento dell’essere umano, quello che, secondo la teoria di Darwin, sopravvive, perché in grado di ricostruirsi, con pazienza e dedizione, quello che gli è stato tolto. C’è una forza in ognuno di questi personaggi, i cui ruoli sono ricoperti magistralmente dall’intero cast di ottimi attori, che invoglia chi sta guardando a prendere in  mano la propria vita e reiventarsela.
Raccontato tutto con estremo divertimento e ironia, il regista non si esime dal mostrarci anche la faccia più drammatica delle vite di questi uomini, trattando tematiche come l’omosessualità, il suicidio, la morte e la monotonia della vita, in maniera elegante, con tatto e senza scendere, mai, nel patetico.
Se nel 2013 ci ha pensato David O. Russell a raccontarci il suo lato positivo, nel 1997 Cattaneo ha raccontato a tutti come si possa risorgere dalle ceneri, ricominciando a vivere in tutti i sensi.

Sara Prian

 


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